L’iniziativa The Unsolved Problems in Hydrology (UPH) ha sottolineato la necessità di istituire reti di osservatori idrologici multi-decennali per acquisire una comprensione approfondita dei complessi processi idrologici che si verificano in diverse condizioni ambientali. Le infrastrutture di monitoraggio già esistenti hanno fornito una quantità enorme di dati idrometeorologici, facilitando approfondimenti dettagliati sui meccanismi causali dei processi idrologici, la verifica di teorie e ipotesi scientifiche e la rivelazione delle leggi fisiche che governano il comportamento dei bacini idrografici. Tuttavia, i programmi di monitoraggio idrologico hanno spesso prodotto risultati limitati a causa della disponibilità intermittente di risorse finanziarie e dei notevoli sforzi richiesti per gestire gli osservatori e condurre studi comparativi per far avanzare le conoscenze precedenti. Recentemente, sono emerse alcune iniziative che mirano a coordinare l’acquisizione dei dati e la verifica delle ipotesi per facilitare una sintesi intersito efficiente dei risultati. A tal fine, è necessario sviluppare una visione comune e soluzioni pratiche per la gestione dei dati. Questo articolo di opinione discute provocatoriamente due potenziali scenari estremi per una futura rete di osservatori idrologici (HO) basati su un ipotetico budget comunitario: un insieme completo di osservatori moderatamente strumentati o, alternativamente, un numero limitato di supersiti altamente strumentati.

Una rete di siti di monitoraggio moderatamente strumentati fornirebbe una vasta copertura spaziale attraverso le principali regioni pedoclimatiche, supportando la sintesi intersito della risposta idrologica aggregata (ad esempio, relazione pioggia-deflusso, analisi di Budyko) attraverso diversi paesaggi continentali. Tuttavia, la strumentazione moderata in ciascun sito potrebbe ostacolare una comprensione approfondita dei complessi processi idrologici. Al contrario, un numero limitato di siti di ricerca ampiamente strumentati consentirebbe esperimenti comunitari in un modo senza precedenti, facilitando così una comprensione più profonda di processi complessi e non lineari modulati da feedback dipendenti dalla scala e dall’eterogeneità spazio-temporale multiscala. La concentrazione delle risorse si è dimostrata una strategia efficace in altre geoscienze, ad esempio con le navi da ricerca in oceanografia e i programmi di perforazione in geologia. D’altro canto, una possibile limitazione di questo approccio è che pochi bacini non saranno rappresentativi di tutte le regioni pedoclimatiche, rendendo necessaria una riflessione sulle questioni di generalizzazione.

Una discussione sui meriti e sui limiti relativi di queste due visioni riguardanti gli osservatori idrologici è presentata per costruire un consenso sul percorso ottimale per la comunità idrologica al fine di affrontare gli UPH nei prossimi decenni. Una sintesi finale propone il potenziale per integrare i due scenari estremi in una strategia di gestione flessibile.

Come citare: Nasta, P., Blöschl, G., Bogena, H. R., Zacharias, S., Baatz, R., De Lannoy, G., Jensen, K. H., Manfreda, S., Pfister, L., Tarquis, A. M., van Meerveld, I., Voltz, M., Zeng, Y., Kustas, W., Li, X., Vereecken, H., and Romano, N.: HESS Opinions: Towards a common vision for the future of hydrological observatoriesHydrol. Earth Syst. Sci., 29, 465–483, https://doi.org/10.5194/hess-29-465-2025, 2025. [pdf]

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